Oggi voglio parlare di una delle persone che più stimo in assoluto: il mio amico Marco Li Fonti.
L’ho incontrato mentre lavoravo in Francia l’anno scorso, era uno dei tanti ragazzi che si sono trasferiti fino a Lille per lavorare nel Customer Service di una grande multinazionale in cerca di persone competenti e plurilingue.
Quando l’ho consciuto Marco aveva 19 anni, parlava fluentemente inglese, e veniva da un’esperienza di steward sugli aerei.
Quando, in uno dei suoi voli, ha incontrato un italiano che gli ha proposto un posto di lavoro nel servizio clienti di una delle più grandi aziende di prenotazioni di alberghi, nella città più a nord della Francia, Marco ha accettato la sfida senza esitazioni e si é trasferito per iniziare questa nuova avventura.
Dovete immaginare un’azienda che si trova nell’estrema periferia di Lille, a 10 km dalla città, composta per di più da gente che arriva in Francia direttamente dal proprio Paese d’origine dopo aver passato colloqui via skype, e che quindi non sempre parla francese.
Come tutte le grandi aziende internazionali, questa in cui abbiamo lavorato io e Marco non fa differenza.
E’ un ambiente chiuso in se stesso che non ti permette di vivere a pieno la vita e la cultura del Paese in cui ti trovi.
Immaginatevi quindi un ragazzo che arriva in un Paese nuovo come la Francia, ma costretto a prendere casa lontanissimo dalla città, insieme a dei suoi colleghi. Diventa quindi difficilissimo viversi gli eventi che propone la città, imparare la lingua del posto e socializzare con i suoi abitanti.
Inoltre gli orari di lavoro sono prettamente nella fascia serale, e in più l’azienda cerca di organizzare eventi interni per creare dei legami sociali esclusivi all’interno della stessa.
Tutto ciò fa si che la gente che ci lavora non è portata a integrarsi con la cultura e la lingua del luogo, salvo alcuni rari casi, e dal mio punto di vista è un vero peccato.
Marco ci credeva molto in quel posto di lavoro, era uno dei ragazzi con maggior talento, uno che dava il massimo e che non perdeva un solo attimo per vincere tutti i contest legati alla produttività e alla qualità in azienda.
Purtroppo (o più per fortuna, direi io) come sempre succede in queste enormi multinazionali, dove la persona è considerata come un mero numero, l’azienda non ha rinnovato il contratto a Marco e agli altri colleghi che avevano iniziato a lavorare nello stesso periodo. Senza alcuna motivazione valida e senza preavviso. Così lui si é ritrovato dopo 6 mesi di speranze e di prospettive, senza alcun lavoro.
A differenza di tutti i suoi colleghi e amici che l’hanno presa malissimo e hanno passato davvero un brutto momento, Marco non si è perso d’animo, e ha visto in questo licenziamento delle opportunità.
Si è subito informato per iniziare una formazione per imparare il francese e si é subito dato da fare per cibarsi della cultura del luogo e per integrarsi con i suoi abitanti.
Ha inoltre comprato una macchina fotografica, e ha cominciato a scattare foto e ad appassionarsi alla fotografia.
Oggi, dopo soli 6 mesi, Marco è uno dei fotografi più appassionati che io conosca.
A Lille è riuscito a creare un network di appassionati come lui, per creare scambi di conoscenze, competenze, lavori, energie, tra tutti coloro che amano la fotografia, a qualsiasi livello.
Al posto del ragazzino timido che ho incontrato l’anno scorso, c’è un uomo di vent’anni pieno di iniziative e di voglia di fare, che travolge le persone con la sua energia e la sua passione.
Se le mie foto cominciano a essere decenti, lo devo anche a lui, che mi ha spiegato in modo semplice e chiaro qualche trucchetto base per usare al meglio la mia mirrorless.
Vi consiglio vivamente di dare un’occhiata alla sua pagina Facebook, piena di creatività e di spunti interessanti.
Se siete appassionati anche voi non esitate a contattarlo per qualsivoglia informazione o iniziativa, è uno dei ragazzi più generosi e umili che conosca.
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